La canzone “La mia città” è un’immersione nelle contraddizioni e nelle sfumature di Napoli. Un inno rovesciato, un’ode che farà arrabbiare i puristi del “difendiamo la città”. L’autore, dopo averne già scritto, in particolar modo nel romanzo “Nessuna Città”, nella sceneggiatura “Atti Mancati” e nei racconti contenuti in “Mangiando il fegato di Bukowski a Posillipo”, torna a parlare della “sua” Napoli, in un brano ironico, cinico ma comunque pieno d’amore.
Testo, voce e musica: Francesco Amoruso Arrangiamenti: Raffaele Cardone. Chitarre, basso e tastiere: Raffaele Cardone Batteria: Simone Amoruso Missaggio e mastering: Raffaele Cardone negli studi di illimitarte La mia città (Rolling on the Ret Feel) Salite lungo il colle della fantasia Varcate poi le soglie della verità C’è un posto paiettato di magia Nel variegato cesso di beltà Castelli e chiese lungo le stradine Tutto imbellettato per chi verrà Un po’ lontano anche le donnine Con cui il tuo pene si divertirà Nella notte un verme fischierà E un gabbiano il verme mangerà Questo è il paese del sole Questo è il paese di chi Si è mangiato pure il sole E per contorno il chicchirichì Questo è il paese del mare Questo è il paese di chi Si è bevuto anche il mare Affogando i suoi quaqquaraqquà Oh turisti della democrazia il mandolino per voi suonerà ed per il pizzo della pizzeria solo un pazzo impazzirà Se guardi bene c’è poi chi ti offre La neve che di rado qui cadrà E tra le lacrime sbiadite soffre Chi di sfuggita l’amerà Per la strada il buio fischierà E l’asfalto marcio danzerà E poi cantine vecchie e sporche Ubriacano chi lotterà contro farine feste e forche e dalla sua parte vi porterà E alla stazione il fetido vibrante La vista incredula ingabbierà sputando quell’avviso recitante “Benvenuti nella mia città”! Passeggiando il lupo fischierà E il gabbiano in gabbia mangerà Rolling on the Ret feel