ABSTRACT

Gadda, parlando dell’Io e delle sue disarmonie, ai tempi de «i primi boati, i primi sussulti, a palazzo, dopo un anno e mezzo de novizzio, del Testa di Morto in stiffelius, o in tight», mostra come il doppio movimento della narrazione, l’ipse e l’idem di Ricoeur, si spappoli e si immerga nei “lachi della storiagrossa”. La lingua scatenata di Gadda attiva un campo in cui la responsabilità di chi scrive una contronarrazione è quella di rimostrare la torsione gravidica della storia maggiore, dove l’Io si nasconde in Egli e «la menzogna legata alla scrittura» permette di «comporre anche un ritratto psicologico» del narratore che Ronconi ha ri-raccontato con la caduta disarmonicamente prestabilita della facciata del Palazzo degli Ori.

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