wonder-woman

Il brano della cantautrice, disponibile su tutte le piattaforme digitali, narra di un mondo in cui la donna non ha mai avuto un ruolo subordinato a quello di padri, fratelli e mariti.

In un’altra storia, in un’altra dimensione
Dio creò la donna e l’uomo in successione.
All’uomo fu ordinato di obbedire di completar di mettere alla luce figli e farlo con dolore.
Gli fu negato di studiare, gli fu negato di votare, di essere volgare di non bere di non fumare.

VERONICA – WONDERWOMAN

Così inizia WONDER WOMAN, il nuovo brano della cantautrice Veronica, uscito lo scorso 11 maggio.

Distribuito da KeyMusic, prodotto da Cantieri Sonori e scritto in collaborazione con Marco Cangiula, in arte André, concorrente della 54° edizione del Festival di Sanremo, e il producer Skywalker – dopo il successo di Kaleidoscopio ( con cui mette in evidenza umori e idiosincranie di chi è vittima di bullisimo) – Wonder woman racconta la storia di un universo parallelo in cui il motore di tutta la storia occidentale è la donna.

Per tutti questi secoli le donne hanno svolto la funzione di specchi, dotati della magica e deliziosa proprietà di riflettere la figura dell’uomo a grandezza doppia del naturale.

VIRGINIA WOOLF – UNA STANZA TUTTA PER SÈ.

Con una veste estetica marcatamente contemporanea, a tempo di drum machine, sintetizzatori e armonizzazioni, Wonder woman non è solo un capovolgimento matricentrico, che in un qualche modo richiama a un femminismo di ritorno mai assopito e quanto mai necessario in questo tempo di chiusure domestiche obbligate e un conseguente calo di denunce di violenza, ma è un invito a combattere per un posto nel mondo per sé e per chi, come canta nell’inciso, non ha voce e luce.

chi ha voce parli per chi non ha voce
chi ha luce brilli per chi non ha luce

VERONICA – WONDERWOMAN

È quasi facile, forse troppo, il rimando ad alcune dichiarazioni maschiliste che hanno accompagnato il ritorno di Silvia Romano, la volontaria cooperante per la onlus Africa Milele, liberata dopo 18 messi passati in prigionia in Kenya per mano dei terroristi di Al Shabaab.

Il brano della cantautrice, disponibile su tutte le piattaforme digitali, narra di un mondo in cui la donna non ha mai avuto un ruolo subordinato a quello di padri, fratelli e mariti.

In un’altra storia, in un’altra dimensione
Dio creò la donna e l’uomo in successione.
All’uomo fu ordinato di obbedire di completar di mettere alla luce figli e farlo con dolore.
Gli fu negato di studiare, gli fu negato di votare, di essere volgare di non bere di non fumare.

VERONICA – WONDERWOMAN

Così inizia WONDER WOMAN, il nuovo brano della cantautrice Veronica, uscito lo scorso 11 maggio.

Distribuito da KeyMusic, prodotto da Cantieri Sonori e scritto in collaborazione con Marco Cangiula, in arte André, concorrente della 54° edizione del Festival di Sanremo, e il producer Skywalker – dopo il successo di Kaleidoscopio ( con cui mette in evidenza umori e idiosincranie di chi è vittima di bullisimo) – Wonder woman racconta la storia di un universo parallelo in cui il motore di tutta la storia occidentale è la donna.

Per tutti questi secoli le donne hanno svolto la funzione di specchi, dotati della magica e deliziosa proprietà di riflettere la figura dell’uomo a grandezza doppia del naturale.

VIRGINIA WOOLF – UNA STANZA TUTTA PER SÈ.

Con una veste estetica marcatamente contemporanea, a tempo di drum machine, sintetizzatori e armonizzazioni, Wonder woman non è solo un capovolgimento matricentrico, che in un qualche modo richiama a un femminismo di ritorno mai assopito e quanto mai necessario in questo tempo di chiusure domestiche obbligate e un conseguente calo di denunce di violenza, ma è un invito a combattere per un posto nel mondo per sé e per chi, come canta nell’inciso, non ha voce e luce.

chi ha voce parli per chi non ha voce
chi ha luce brilli per chi non ha luce

VERONICA – WONDERWOMAN

È quasi facile, forse troppo, il rimando ad alcune dichiarazioni maschiliste che hanno accompagnato il ritorno di Silvia Romano, la volontaria cooperante per la onlus Africa Milele, liberata dopo 18 messi passati in prigionia in Kenya per mano dei terroristi di Al Shabaab.

Portando realmente luce e voce a chi non ne ha, Silvia Romano si era vestita da Wonder woman rischiando, come spesso capita quando si combatte coi fantasmi e i mulini a vento, di non trovare pace dopo una guerra.

Ma è anche attraverso contributi artistici come quelli di Veronica che i narratori contemporanei trovano la giusta misura con cui raccontare le ingiustizie del proprio tempo.

Veronica, sulla scia di un discorso elettropop iniziato con il primo brano, lo fa mostrando, con i suoi occhi e la sua arte, il mondo su cui si affaccia; affrontando temi mai banali, con un linguaggio curato, moderno e diretto.

pubblicato già su IlPunto

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