Ribut è una miscellanea di poesie e prose che sembra voler rispondere “presente” ai richiedenti di opere totali su carta.

Perché c’è un’ambizione wagneriana in questo lavoro dove grandi opere del passato sono riscritte così come si faceva con i grandi racconti mitici.

Strati su strati, i 41 testi riattualizzano i temi affrontati dagli artisti del passato affrontando problematiche e vicende attuali (dal lockdown al caso Cucchi), avendo cura che il lavoro finale diventi qualcosa di nuovo. Legato sì, figlio dell’archetipo ma anche hapax.

Chiarisco qui che riscrittura significa infatti fare in modo che l’opera trovi dignità a prescindere dal collegamento col precedente. Riscrittura qui è scrivere intorno, lasciarsi ispirare, continuare il gioco ininterrotto del racconto.

Perché, diversamente, i capolavori usati per il reboot non avrebbero avuto bisogno di essere attualizzati.

Dicevo opera totale: le poesie di Marcello Affuso, Maria Laura Amendola, Manuel Torre e Lucia Maritato dialogano con le illustrazioni di Federica Dias e le suggestioni sonore di Achille Campanile che è possibile scoltarli col qrcode che indirizza al sito del cantautore.

Un’esperienza tridimensionale, che spinge il lettore a valicare i confini delle pagine e cercare, a sua volta, di continuare a giocare con le parole.

Tags:

Comments are closed

Premi