Il Motivetto
​(Il Gallo Canterino – 2014)*

Buonasera a tutti voi
Che siate ascoltatori dello stereo della platea o del vostro mp3
Vi offrirrò con questo brano, un tributo all’opera commerciale
Il 2×3 che al mercato rionale solletica il maiale….

Si può raccontare d’amore con raffinatezza sensuale
del politico che scappa via dal paese con la tangenziale
Dell’opera edile abusiva che schiva il controllo comunale
Dei dubbi che ho sull’ultimo eletto alla provinciale shhh
poter sbeffeggiare il priorato la chiesa o tutto il mondo ecclesiale
Facendomi bello col fascino astuto dell’anticlericale
Parlare di mafia camorra e sacra corona reale
Entrare, grattandomi gli zebedei, nella nicchia musicale.

Ma preferisco che in questo disco
Non ci sia la traccia che rechi problemi col fisco
Ma  preferisco che in questo disco
Si parli di ciò che stra-piace alla masse del resto io me ne infischio

ed ecco il motivetto che ti entra nella testa
che ascolterai remix ad ogni cazzo di  festa
ed al mattino presto quando il gallo canterà
a scuola o a lavoro ti tormenterà
( il suo pressappochismo ti accontenterà)

si può raccontare dei morti crociati per la pace mondiale
dei led che portano il conto di questo sangue sacrificale
prender di mira palazzo Madama e il commento parlamentare
sull’ultimo party sciccoso tra capi di stato nazionale
e dell’ultimo flirt del premier ne possiamo mica parlare
Si dice che fosse presente al suo rito battesimale
Mentre la fascia più bassa più bassa dello strato sociale
Ha tendenze particolari, subisce la penetrazione anale

e preferisco che in questo disco
Non ci sia la traccia che rechi problemi col fisco
E me ne infischio di questo disco
A sto punto mi giro per strada felice mentre fischio

ed ecco il motivetto che ti entra nella testa
che ascolterai remix ad ogni cazzo di  festa
ed al mattino presto quando il gallo canterà
a scuola o a lavoro ti tormenterà
( il suo pressappochismo ti accontenterà)

si può disquisire che l’amicizia non è pigrizia ma rinnovare
la voglia comune che porta chiunque a comunicare
E della siae che scuce e contrae le tasche dei piccoli artisti
che non si fanno money honey se non sei dalla o battisti

 ma a volte tornerei a quando ero all’asilo
a quando la scrittura era solo una pagina di ghirigori

ed ecco il motivetto che ti entra nella testa
che cambierà motivo ad ogni tua richiesta
ed ogni volta che tu vuoi un rima salterà
e il suo pressappochismo ti accontenterà

ed ecco il motivetto che ti entra nella testa
che ascolterai remix ad ogni cazzo di  festa
ed al mattino presto quando il gallo canterà
a scuola o a lavoro ti tormenterà
( il suo pressappochismo ti accontenterà)

*Contenuta anche nella Compilation “LibereVociFestival16”


Paparepare ‘e ppa’ 
​(Il Gallo Canterino – 2014)*

Voglio provare a dedicare
Una canzone
A tutto il mondo
E alla sua confusione
Che si forma
Tra furbizia ed ignoranza
e canticchiare alla fine della danza
un motivetto soddisfatto
del suo gioco
un viaggio pazzo e infetto
ma liberatorio
che puoi ripetere a chi vorrai
se vuoi diffondere urlar potrai
rit. Paparepare è ‘ppà

ricordo di un tale
Un certo assessore
svelto a firmare
Il preventivo migliore
La ditta economica
È stata esaustiva
L’impresa è logica
Scarichi anche L’iva
Con pochi euro
Fai cento palazzi
Ti dico è vero
Non siam mica pazzi
Ma poi una scossa e la casa cadrà
Un castello di sabbia e il mondo si stupirà

Giuda eran anni
Che giocava alla lotteria
Migliaia di euro
Spesi in così sia
Il risparmio non è moda
In questa cultura
Moderna soltanto
Se ancora dura
Ma la fortuna
Agli sciocchi verrà
Per metà
E a Giuda il suo premio arriverà
Ma il biglietto vincente
Della lotteria
Lo strappò e si perse
Per la frenesia

Il vicino ostentava
La sicurezza
Cosa facciamo
Di questa munnezza?
Dobbiamo bruciarla
Così se ne va
Tra le braccia del vento
e qui non tornerà
ma passa poi il tempo
e avvertiva dolori
e il medico disse
hai il cancro ai polmoni
e capì che il vento tornerà
e con freddezza gli canterà

Gertrude era tosta
Bella ed elegante
e amava il suo lui
non tanto affascinante
ma quando un contratto
in televisione
le ha fatto cambiare
ogni opinione
dell’amato non c’era
neanche il ricordo
ma solo il successo
in tutto il mondo
ma quando il tempo il bel viso porto via
Gertrude morì sola e in malinconia

L’uomo ballava
E cantava nel tempio
Poi d’improvviso
Compì il suo scempio
Di costruire tumori
A benzina
Sputato nel cielo
E nella flora marina
Mentre si taglia e sbarba
ogni bosco
creando alberghi
fast food in ogni posto
e quando l’aria ci mancherà
il resto mi dici a che servirà?

Il brano è finito
Per spazio e per tempo
Avrei da ridire
Ma non è il momento
Ma se avete altre storie come questa
prendete in giro le loro gesta.
* Contenuta anche nella Compilation Neapolis Sound Vol.1


Poesia
​(Il Gallo Canterino – 2014)

La finestra fredda e il gelo
Scriveranno una poesia
Che fumerà in silenzio
Per non svegliare chi già dorme,
E ascolterò il sipario chiudersi
La notte, la sua pazzia
E leggerò un buon libro 
​che berrà del vino insieme a me. 

Oltre il cortile 
C’è una vasca di ladroni
E una piazza di alberi impauriti 
Di qui un vetro opaco
Un’ombra ancora lunga
e con me soltanto un Joyce

La sigaretta chiude gli occhi ancora un altro po’
Mentre in cielo, le stellecontano
quanti vanno in giro
ancora a testa in giù
con il polso, l’orologio, sulla fronte.

Oltre il cortile 
C’è una storia di gabbiani
E una piazza di alberi impauriti 
Di qui un vetro opaco
Un’ombra ancora lunga
E un pensiero giusto solo per lei

La cenere per terra
scalfisce la sua poesia
galleggia su nel vino
e tra queste dita glabre.
e ascolterò il divario arrendersi
alle voglie ai desideri
e scriverò un buon libro
che piaccia almeno a me.

Oltre il cortile 
C’è una vasca di ladroni
E una piazza di alberi impauriti 
Di qui un vetro opaco
Un’ombra ancora lunga
e con me soltanto lei
Di qui un vetro opaco
Un’ombra ancora lunga
e con me almeno lei

* Contenuta anche nella Compilation Neapolis Sound Vol.1


L’incantatore
​(Il Gallo Canterino – 2014)

Struscio sopra l’uscio urticante della casa
Pesa e come pesa questa posa quotidiana
Piume di pattume nauseabondo e colorito
Di nero e bianco mescolato ed eccolo ingrigito

Muscoli atterriti da un lavoro de-salarizzato
Panze piene d’ansie per lo sforzo inappagato
Datemi il divano la poltrona senza arringhe
Qui si sta più di due mal che vada ci si stringe

Senza scarpe piede al vento la mia sola libertà
O ti mangi sta minestra o giù dalla finestra 
Questa resta quella frase preferita da mammà
Frutti di fatica e mica mi capisce quest’orchestra

Suona oh suonatore
Che arriva l’ora del mattatore
C’è già in tivù 
quel programma con lo share più alto che c’è

Amore mio, menomale che ci sei tu
A consolare questi giorni di routine 

Uomo da soma insomma, così curo la mia insonnia
che mi doma come ogni sacrosanta sbornia
zampe e culo di galline e braccia suppliziate
stanco al punto che le voglie a letto sono evirate

sogno come sogna ogni collega italiano
e mi dono tutto speranzoso a un numero agognato
cala il sipario ogni sera dopo cena
e mi trovo un’altra volta sottosopra sul divano

senza titoli di studio o in borsa sono un gran pashà
tutta la mia gioia mentre mangio una pannocchia
rilassato molto stanco entri in me e nel mio sofà
oggi è sabato e domani tocca alla parrocchia

Incanta, oh cantautore
Che arriva l’ora del corteggiatore
C’è già in tivù
Quel programma con lo step dell’eugualité 

Amore mio, menomale che ci sei tu
A consolarmi ti amo mia pay per view ​


Nael
​(Il Gallo Canterino – 2014)

L’odore del treno asfissiava e assopiva
Il sediolino scomodo e sporco nutriva
Più sogni di me, di andarmene via

I sogni pendolari sul suono dei binari
Stretti ai fallimenti danzavano in carrozza
solo Nael rideva alla notte

accento emiliano dal cuore marrano
e diviso da un pianto che bagna quel muro
a cui è legato tutto il suo cuore

“Diventerò un cuoco importante- mi disse-
Per cuocere e unire profumi distanti
Come fai tu, che  non vuoi solo un canto!

Ciao Nael, il tuo viaggio è finito
Tua madre dov’è?
Ciao Nael il tuo viaggio è iniziato
La tua casa dov’è?

I paesaggi scanditi dalle gallerie
La luce si sfuma e nasconde negli occhi
E i tuoi Nael, lo sai che sono vivi?

Nael raccontò di aver visto l’Italia
E dall’Italia scrutava Israele
Dai telegiornali italiani a metà

Betlemme è lontana, ma lui non si scorda
Quante bestemmie prima della rivolta
Paure distanti, distanti a metà

La notte sorrise a un saluto obbligato
Che strinse Nael nel futuro nascente
Una stretta di mano e poi mi guardò,

Ciao Francé, il tuo viaggio è finito
Il tuo sogno dov’è?
Ciao Francé il tuo viaggio è iniziato
La tua casa dov’è?

E il tempo di un treno
Una casa un ritorno
Da un viaggio darà
In un tempo più o meno
Di un viaggio coraggio

Ciao Francé, il tuo viaggio è finito
Il tuo sogno dov’è?
Ciao Nael il tuo viaggio è iniziato
La tua casa dov’è?

Il mio sogno, il tuo sogno dov’è?


Prufesso’
​(Il Gallo Canterino – 2014)

Come si fa
A cambiare il destino?
Magari un pugno di lacrime
Nel cosmo aiuterà.

E se rimanesse in silenzio?
“È tutta una corsa su di un filo”.

E poi filigrane di ricordi, un consiglio
Un racconto, una chitarra.
E poi una pellicola vecchia
Che non gira più.

Prufessò, che ‘e cumbinate?
Te ne si jute senza saluta’?

Come si fa
a cambiare il destino?
Magari è tutto un sogno
Domani svanirà

E se rimanesse il silenzio?
“è tutta una corsa su di un filo”.

E poi filigrane di ricordi, un consiglio
Un caffè salato a capodanno.
E poi una pagina mai letta
Che non gira più.

Prufessò, che ‘e cumbinate?
Te ne si jute senza saluta’?


Barbara
​(Il Gallo Canterino – 2014)

Ero certo che in quel metro e poco più di donna
Ti stipassi gineprai sconosciuti di fragilità
Quando a capo chino in quella lunga gonna
Passeggiavi solitaria nella facoltà
Mi dicevan quasi tutti che tu fossi acida
Un po’ perfida e cos’altro non si sa
Ma credevo che aldilà di quegli occhiali
Nascondessi abilmente una dolce realtà
Ma poi ma poi a un esame approfondito
Ho scoperto tutta quanta la verità
E per questo cara barbara ti dono allegramente
Il mio sfogo accompagnato dal mio terzo dito

Barbara Barbara delle donne tu sei veramente tu sei la più grande…

Sono Venuto ed ho perduto
Una giornata di lavoro
Per provare a sostenere quell’esame che hai spostato
Perché non avevi il tempo di dividerci
Già prima com’è d’uopo per non perdere altro tempo
Ma va bene ci può stare tanto l’organizzazione
Sembra rara, un eccezione in questa facoltà antiquata.
E così sette giorni appena dopo mi presente
Nuovamente di fronte a sua maestà
Ma mi chiede un documento mai richiesto prima d’ora
E senza il quale quest’esame non si fa.
T’ho pregata scongiurata mi sono preso un altro
Giorno di permesso che non mi verrà pagato
Ma lo stesso tu mi guardi strafottente
Con le labbra chiuse e strette
Come un’acida zitella
Con le gambe mai aperte

E ti becchi l’invettiva un po’ cattiva    
Ma esaustiva che conserva tutto quanto il mio disprezzo
Contenuto neanche un po’, è come il puzzo di un maiale
Che scorreggia allegramente ti sbeffeggio.
Ti lamenti di chi suda e poi lavora per pagarsi
Queste tasse laute e immonde ed ancora
Non capisci che il sapere
È conservato in monete con le quali tu riempi
Il tuo sedere e quelle gambe flosce
Una barbie in miniatura
Ed è lì la fregatura
Che la botte è usurata
Ed ora emana acidità
Ma è per te
Solo a te
Che dedico il mio tempo
E per questo t’accontento
Ecco il documento

Ho aspettato di firmare
La camicia e confermare
Questo esame benedetto
Che mi ha fatto assai imprecare 
anche il corpo ora piange
d’emozione finalmente 
non ci crede che è finita
E ora in un sorriso
Finto, dipinto mi accingo
A salutare quell’arpia
Mentre nella testa
Suona allegramente
Questa melodia
Che sbeffeggia in ironia


Laika
​(Il Gallo Canterino – 2014)

Un giorno una cagna
Piccolina tanto quanto una pulce
Abbaiava per la fame
sotto al busto del duce
fuori era buio pesto più della pece
quando da un portone uscì fuori della luce
 un uomo alto ne uscì fuori stralunato
infastidito dalla bestia che ululava 
neanche un piatto di speranza
a quella stronza rinsecchita
ma un calcione ad ogni natica ribelle

Laika è un ricordo studiato a scuola
E dimenticato solo dopo un ora
Laika si perse in mille battaglie
Ghigliottinate  in mille frattaglie 

La luna sorrise portando ricordi
E la cagna fuggiasca tra mille balordi
Rintanò in un fosso scavato di fretta
Da unghie spezzate dalla chiacchiera abietta 
Che vuole scompaia il suo pelo arguto
Voluto da un parto che più che unitario
Separa divide ed è  amara la sorte
Per chi di Laika non vuole la morte.

Laika è viva Laika è partita
E mentre moriva, il culto spariva.
Laika e la luna senza fortuna
Rimase per giunta digiuna  

La paura ha un odore
E un rumore di denti
Laika mi senti oppure ti penti
Dei tuoi ideali sfrontati per chi
Sguinzaglia il cliché del prete a porter?
Il tuo salvatore è l’universo
Un punto di vista allargato all’immenso
dove la terra sarà un quadro affisso
 attaccato all’infinito come un crocifisso

Laika è fuggita la terra bruciava
Rimase impaurita non rispettata
Laika lo spazio tua nuova dimora
Forse uno alieno ti amerà ancora

L’hai capita?
L’hai cambiata ? L’hai catturata? Laika-ddestrata
L’hai calpestata? l’hai cacciata?
L’hai l’hai l’hai laika dov’è?

disegno a cura di Octofly Art

Il Gallo Canterino
​(Il Gallo Canterino – 2014)


Sono Oreste il gallo canterino
Vi racconterò di tutto se mi date un po’ di vino
Vi dirò di ogni inciucio del pollaio
Che puzza come il porco, re del letamaio
C’è lì l’amico Hank, cavallo puttaniere
Che nella stalla ingroppa la cavalla che balla
E a me che tocca udirli in gioia ogni sera
Rimango sbalordito della voglia che sballa
Poi cala quella luna
Le catene li allontana
Rimane quella rana
Che fa da messaggere
Agli amanti allontanati dal vile contadino
Che frusta lo schiamazzo per la voglia di cammino

Nella vecchia fattoria
Non c’è più lo zio Tobia
E mentre la paura domina in città
Ogni bestia grida : “viva sua maestà”
Nella vecchia fattoria
Falcia  grano e melodia
Di muggiti ragli e grida di spavento
E ogni bestia riverisce sua maestà

Sono ancora io, silenzio nel pollaio
Se fate ancora i buoni racconterò il calvario
Dell’asinello Crin che in cambio della paglia
Ha imbavagliato il muso e adesso più non raglia.
Lo zoccolo ruspava grano nel deserto umano
La sete gli impediva di leccare un altro ano
Perciò si dette impasto allo sciacallo agrario
Mentre il sole brucia in testa ad ogni orario
Poi cade il canarino
Dall’albero di melo
Si cela il vermicello
sotto il muso del vitello
ma tocca fare piano altrimenti sono dolori
anche i predatori qui han paura dei fattori  

torno a bere ora dal bicchiere colmo e pieno
mentre il culo si consola sul letto di fieno
ma prima di dormire ho voglia e vi dirò
di quella mucca brava a comporre dei rondò
nell’etere il suo nome famoso per il latte
e per le strofe scritte con il suono della notte
che pullula di stelle e lucciole incantate
muse un po’ puttane per la bestia maculata  
poi morde quella luna
rivuole libertà
ma un gracchio di cornacchia
fa tacere la città
che in questa stalla ulula il cagnaccio del padrone
ci tocca far silenzio altrimenti il pentolone

e dalla tana di zia talpa
una voce si alzerà
e tra frantoi e aratri e semi
un altro giorno ci sarà
e da un villaggio senza volpe
il gatto scapperà
e di chi saran le colpe
se il cielo cascherà?


Il Motivo Del Creato
​​(Il Gallo Canterino – 2014)

La morte è una spugna
Che lava via i peccati
La gente poi mugugna
Sa tutti i suoi reati
Non farà sconti ora
Al morto dentro il feretro
Il coraggio è vivo ora
Che è soltanto scheletro

Calma disse il prete
Al popolo arrabbiato
Armati intorno al chiostro
Distruggeran la salma
è un uomo già di Dio
L’esequie è dover mio!
Sarà il padreterno
A doverlo giudicare

Una bimba pianse al canto della chiesa
Il prete ora fa una strana preghiera

Benedici il nostro pane quotidiano
A noi umili e a lui villano
Che Dio abbracci un uomo che ha sbagliato
E sappia ora dirci il motivo del creato

Uomini armati
Entrarono in chiesa
Abbassarono il capo
Un’altra grande offesa.
L’organo risuona
Il cielo fuori tuona
Qualcosa vorrà dire
È un dono non morire.

Andate in pace disse
Il prelato impaurito
Scosse il capo e pianse
Almeno s’è  pentito
Una coppola che cade
Un bambino poi la prende
Comincia ad imitare
Chi la morte la vende.

Una bimba pianse al canto della chiesa
Shalom pace a te in una mano tesa

Benedici il nostro pane quotidiano
A noi umili e a lui villano
Che Dio abbracci un uomo che ha sbagliato
E sappia ora dirci il motivo del creato

Cuori da leone di fronte al niente
Pioggia, pioggia santa per l’anima e la mente.


Sistematicamente
​(Il Gallo Canterino – 2014)

 Sistematicamente un fumo bianco e grigio, dalle sembianze di un demonio crea un pandemonio
e invade senza lacrime l’asse mediano e l’uscita un po’ romantica di secondigliano
sistematicamente sempre dotto e ligio con una mano in tasca e l’altra pronta a metter tutto via
un contrabbandiere almeno per vicolo al quadrato, sorride beneamato da tutta la città
Sistematicamente i sogni son solo per chi può sognare disse il vecchio saggio
Ci vuol coraggio o far parte di un nobile lignaggio o il sì signore signor capo signoraggio
Sistematicamente muore un bimbo africano, e puntuale come il coniglio di Lewis Caroll
Muore quasi sempre mentre si pranza, e puntualmente cambi già un altro programma

Un italia unita lì a casa sua sul divano
Che urla solo quando segna il capitano
Un italia unita lì a casa sua sul divano
Che piange solo per il profugo isolano

Certo è c’è qualcosa che non va
È che c’è che rimani fermo là

Sistematicamente alla fine di un sistema, c’è sempre un capo chino triste e afflitto ma per finta
Che genera un conflitto nelle altrui abitate cinta, e specula speculando ecco la magia
Sistematicamente sale il prezzo di benzina, che a paragone costa quanto un tiro di sangria
Ubriachi dalla sera fino al mattino, varco la dogana in cerca di un fiorino!
Sistematicamente è tutta colpa del sistema, dice la sintetica dentiera dentro al bar
Tra coppe e spade il vecchio ormai si è convinto senza alcun rimpianto di non far parte dell’impianto
Sistematicamente ti sistemi in un sistema, che già ti ha fatto i conti in tasca e non lo sai nemmeno
Il conto in banca è rosso ma no non è eritema,  sei solo una catena di questa messinscena

Un consiglio unito lì per il compagno fraudolento
dei re incontrastati di mari o monti o cemento
E l’Italia resta unita lì a casa sua sul divano
E urla solo se si tocca il capitano

Certo è c’è qualcosa che non va
È che c’è che rimani fermo là

Sistematicamente mente l’ente ed è evidente
Che è il sistema
Sistematicamente mente l’ente ed è evidente
Che è il sistema… il sistema…sistema…

Sistematicamente ho un piede pronto alla partenza
E il cuore fermo a un bivio tra resa e resistenza