“Natura morta” è la tradizionale traduzione di Still leven che, in realtà, letteralmente significherebbe “vivere ancora”.

E cioé, i soggetti dei quadri fiamminghi erano immortalati nel loro massimo splendore, il toppunt: ciò che vediamo vive ancora.

Certo, dopo l’apice, c’è la discesa della parabola, ma il vertice è proprio dare la malinconia del precipizio, un tocco, una nuances. Avvertire la fine, la sofferenza della caducità delle cose umane ma, comunque, ancora stare dentro la straordinaria abbondanza della vita, dell’esistenza e, perché no, soprattutto degli amori.

Che vivono di alleanze e fiducia.

Il testo di Copenaghen, il primo singolo di Verrone, racconta proprio di un amore ancora in vita. E pregare di avere fiducia nella relazione, nell’altro, è come voler tenere in un quadro ancora l’insieme, prima del precipizio.

Un brano delicato e che comunque si infila con forza nel fianco, tra le carezze mancate e un bacio che sa di pioggia.

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