Questo è lo scudetto di chi è nato negli anni ’90 e di Protti, Murgita e Calderon, gli anni della Polenghi e della Peroni, lo scudetto di Stefan Sansone Schwoch, Claudio Bellucci e Roberto Stellone, del capitano Ciccio Baldini e di Matuzalem che segna al 90esimo contro l’Inter e poi viene espulso per aver esultato sfilandosi la maglia.

Al massimo è lo scudetto di Fonseca, uruguagio prolettico di Cavani.

È lo scudetto di chi Maradona lo ha visto solo in videocassetta, poi su youtube.

Questo è lo scudetto di chi prima era padre ora è nonno. Di chi era figlio e ora è padre.

Questo è lo scudetto di chi che non è napoletano l’amico che tifa altre squadre perché innamorato di Ronaldo il fenomeno o di Zinedine Zidane.

Questo è lo scudetto di chi ha amato Pino Taglialatela.

Questo è lo scudetto di chi è passato da Turrini a Kvarastskhelia.

Questo è il Napoli di chi Ferlaino e Corbelli, Zeman e Mondonico, mannaggia a Fresi, il giro di campo di Edmundo.

Questo è lo scudetto dei Pasino e Zanini, di Re Davide Dionigi, Scoglio e il rombo a centrocampo, dei pomeriggi su Telecapri sport, con la lavagna di Paolo Del Genio, la maglia della Legea e Pasta Russo di Cicciano.

Questo è lo scudetto dell’estate passata a capire di fideiussioni e curatela fallimentare, di chi ha fatto il tifo che Naldi ce la facesse.

Questo è lo scudetto dello stadio pieno per il Napoli di Gaucci, di Orgoglio Partenopeo, la speranza prima della fine, il tradimento prima della resurrezione.

Questo è lo scudetto del Napoli Soccer, di Napoli Cittadella 3-3, di Toledo e Berrettoni, del 3 a 2 di Scarlato contro il Foggia oltre il 90esimo, della risalita con de Laurentiis.

Questo è lo scudetto di Marino e del tempo è galantuomo.

Questo è lo scudetto di Emanuele Calaiò, la freccia scagliata in curva, giusto al cuore degli innamoramenti e delle bestemmie domenicali, di Sosa con la numero 10 seduto sulla traversa, del gol di Trotta col Frosinone, della rovesciata del capitano Paolo Cannavaro a quelli lì in Coppa Italia.

Questo è lo scudetto di Reja e Mazzarri. Di Zalayeta e Denis. Di Russotto e Chavez.
Di Maggio e Zuniga.

Questo è lo scudetto di Montervino in serie A, e poi di Hamsik e Lavezzi, del gol all’ultimo secondo contro il Cagliari, ma pure del sopracciglio rotto di Bogliacino sempre col Cagliari, è lo scudetto di Quagliarella che col Livorno per poco non fa cadere lo stadio, era il 30 agosto del 2009.
Questo è lo scudetto di seppellitci qui, lo scudetto del salvataggio sulla linea di Gianluca Grava e del gol del Matador, quanto era forte il Matador.

Questo è lo scudetto di chi critica e ama a prescindere, perché, ad ogni modo, chi ama non dimentica e tiene sempre il pensiero e la bile e “i basta mai più” e “non mollare mai”.

Questo è lo scudetto di chi ha pianto per i playoff con l’Avellino così come al gol deviato di Zaza.

Questo è lo scudetto dello scatto d’ira di Higuain a Udine e del suo record di gol.

Questo è lo scudetto anche di ha tradito.

Questo è lo scudetto di Sarri, Insigne, Mertens e Callejon. Cioè, pure di Reina, Hisaj Koulibaly Albiol Ghoulham, Jorginho Hamsik Allan. È lo scudetto del gol oltre al novantesimo di Diawara.

Questo è lo scudetto di Koulibaly a Torino allo scadere.

Questo è lo scudetto di Diego Armando Maradona.

Questo è lo scudetto di Starace.

Questo è lo scudetto della rosa del Napoli 2022/2023, di Spalletti, Giuntoli e De Laurentiis.

Questo è lo scudetto di chi ha iniziato a festeggiarlo un mese fa e di chi si è morso la lingua fino all’ultimo punto, tenendo alta la scaramanzia fino alla fine. Uagliu’, è come se avessi giocato pure io.

Questo è lo scudetto di chi non c’è più.

Questo è lo scudetto che mio zio Angelo e i miei nonni avrebbero meritato di vedere. Sarebbe stato tenero e divertente sentire il nonno dire Kvarastskhelia.

Questo è lo scudetto di Victor Osimhen.

Questo è lo scudetto di tutti.

Tutti tutti.

FNS 💙

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