Erano sulla spiaggia.
DA #12PAPÀ, CALENDARIO DELLA PATERNITÀ
Tutti e tre.
Teresa cercava di mettere la protezione a Gennarino. Nina con il suo cappello di paglia se ne stava tranquilla a guardare il mare.
E io ero dietro.
Li guardavo.
All’improvviso ho pianto dalla felicità.
Fortunatamente avevo gli occhiali da sole.
Diventare genitore e non sapere proprio nulla di quello che sarà trasforma ogni Homo sapiens in un Homo ansiens, per citare Salzano.
Dalle prime coliche, alla febbre, passando per il terrore tachipirina, Salzano, tra il serio e il faceto, ma sempre con il cuore esposto alla bellezza e all’inaspettato, racconta con leggerezza, il quotidiano di un papà alle prime armi.
Divertente, ma anche disposto ad ammettere che pure nei maschietti gli ormoni creano un qualche squilibrio emotivo, #12papà ti mette di fronte al quotidiano possibile, ti mette di fronte le emozioni e le difficoltà con cui ci si troverà a fare i conti.
Perché nessuno ti prepara ai gruppi whatsapp della scuola, ai “celopiulunfhissimo dei papà”, in cui l’infantilismo senile coglie 99 papà su 100, agli incredibili momenti di tenerezza, tra aerosol impossibili, i litigi al supermercato, tra spesa e seggiolini.
Ma quello di Salzano non è solo una guida galattica per papà novelli o un libro-specchio per quei genitori che, a ogni rigo, esclameranno “pure io, pure io”, ma è anche un atto d’amore, una lettera piena di dolcezza derivata da e dedicata ai figli, Nina e Gennarino e alla moglie Teresa.
«Mi sono sempre sentito fuor posto, un pesce fuor d’acqua.
Inadeguato.
Uno che si sente così non può pensare di fare figli.
Sono cresciuto così, con la testa tra le nuvole e le scarpe antinfortunistiche nei corridoi di un centro commerciale. […]
Poi è successo. Il 31 gennaio, un uno dei giorni più freddi dell’anno, sono diventato papà per la prima volta. […] Ero finalmente dove dovevo essere».
Consigliato a chi inizia a mettere il cuore tra le scarpe antinfortunistiche e la testa tra sorrisi nuovi.
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